ISTITUTO DI STUDI SUI SISTEMI REGIONALI FEDERALI E SULLE AUTONOMIE
  
”Massimo Severo Giannini”

Editoriale Prof. Giulio Salerno – Newsletter CNR ISSIRFA aprile 2023

“La formazione e l’aggiornamento del personale sono oggi disciplinati in modo inappagante”: con queste parole Massimo Severo Giannini avviava l’analisi sulla “formazione e l’addestramento” del personale pubblico nell’ambito del suo famoso Rapporto del 1977. A quasi mezzo secolo di distanza, può dirsi ormai consolidata la diffusa consapevolezza sulla centralità della formazione del personale quale necessità cruciale per tutte le pubbliche amministrazioni, centrali, regionali e locali. Molte strategie, alcune in via sperimentale, altre a regime, sono state proposte e concretamente avviate a realizzazione, con risultati alterni e, per di più, variamente distribuiti tra le amministrazioni e i territori. Spesso è mancato l’appostamento delle necessarie risorse, anche e soprattutto di ordine finanziario. Talora la formazione del personale è rimasta affidata alla buona volontà dei singoli e di ciascuna amministrazione.
Le lacune e le omissioni in materia di formazione e aggiornamento del personale, poi, sono risultate davvero gravi quando al tumultuoso – e non sempre coerente – sovrapporsi delle riforme dei processi organizzativi e decisionali delle pubbliche amministrazioni, non è corrisposta pari attenzione dei decisori politici alle indispensabili esigenze di apprendimento “in contesto” (e non solo in via teorica) delle novità da applicare nelle modalità di organizzazione e di erogazione dei servizi pubblici. A testimonianza della scarsa sensibilità alla questione della fattibilità amministrativa delle leggi, poi, può segnalarsi la non isolata convinzione secondo cui dalla pubblicazione delle leggi in Gazzetta ufficiale – e dunque dalla semplice lettura di quest’ultima – possa scaturire automaticamente la corretta e piena attuazione del dettato normativo. Congettura alquanto bizzarra, tanto più quando le riforme dell’organizzazione e dell’azione amministrativa sono condizionate, come peraltro accade quasi sempre, dalla consueta clausola di invarianza della spesa pubblica; e senza tenere conto – come, invece, accade in altri ordinamenti, come, ad esempio, in quello francese – dell’opportunità di prevedere un primo periodo di “sospensione dell’efficacia della legge” da dedicare appositamente, per l’appunto, alla necessaria e propedeutica formazione del personale pubblico.
Anche su questo fronte, però, stiamo voltando pagina, e, come per altre problematiche strutturali del nostro Paese, si tratta di un impegno che è stato sancito anche nel PNRR, ove si prevedono apposite iniziative per lo “sviluppo delle competenze chiave dei dipendenti pubblici, a partire da quelle relative alla transizione digitale, ecologica e amministrativa (vedi il sub-investimento 2.3.1). A tal proposito, è di questi giorni la pubblicazione di un’importante Direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione in tema di “Pianificazione della formazione e sviluppo delle competenze funzionali alla transizione digitale, ecologica e amministrativa promosse dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” (rintracciabile sul sito del Dipartimento della funzione pubblica, 24 marzo 2023). Nella Direttiva sono poste, in particolare, le “indicazioni metodologiche e operative per la pianificazione, la gestione e la valutazione delle attività formative”, a partire da importanti obiettivi quantitativi e qualitativi che in tema di “competenze digitali” del rispettivo personale dovranno essere progressivamente raggiunti dall’intera platea delle pubbliche amministrazioni, ivi comprese, quindi, quelle del decentramento territoriale.
E’ interessante rilevare che spetterà alle singole pubbliche amministrazioni individuare non soltanto “obiettivi formativi di ordine generale”, ma anche “obiettivi formativi specifici correlati a finalità strategiche connesse alla propria missione”. Proprio su questi obiettivi “specifici”, allora, le autonomie territoriali saranno chiamate ad agire in modo proattivo, dato che la formazione dovrà consentire ai propri dipendenti di conseguire “il più alto grado di operatività ed autonomia in relazione alle funzioni assegnate”, con specifica attenzione all’evoluzione della normativa, al contesto di lavoro, e alle innovazioni funzionali alle modalità di erogazione dei servizi a cittadini e imprese. E proprio questi fattori, come noto, sono quelli che sottopongono sempre più a maggiore stress il personale delle amministrazioni territoriali, in quanto particolarmente sottoposto alla pressione della stretta vicinanza con i destinatari dell’azione pubblica.
Sono obiettivi assai ambiziosi, che metteranno alla prova le capacità delle istituzioni territoriali di fare rete, di costruire sistemi e metodologie di formazione che siano improntati alla fruttuosa sinergia e alla reciproca collaborazione tra i diversi livelli di governo della collettività, così dimostrando di saper utilizzare efficacemente le risorse a ciò destinate. La Direttiva prevede, tra l’altro, che il Dipartimento per la funzione pubblica promuoverà, annualmente, un monitoraggio dei risultati conseguiti dalle amministrazioni pubbliche, sia centrali che territoriali. Su questo versante, allora, il contributo delle autonomie sarà tanto più decisivo quanto più esse saranno capaci di escogitare formule e strumentazioni realmente efficienti, ampiamente condivise sui territori e autorevolmente sostenute in sede scientifica e accademica. Mai come in questo caso, le competenze giuridiche e sociali potranno utilmente affiancare i processi formativi delle pubbliche amministrazioni nell’interesse del Paese tutto.