ISTITUTO DI STUDI SUI SISTEMI REGIONALI FEDERALI E SULLE AUTONOMIE
  
”Massimo Severo Giannini”

Editoriale Prof. Giulio Salerno – Newsletter CNR ISSIRFA giugno 2023

Si è svolto a Mentone il 19 e 20 giugno 2023 il primo “Simposio sulla cooperazione transfrontaliera italo-francese”, Simposio che è scaturito dal rapporto di collaborazione tra il CNR ISSIRFA e il centro di ricerca DITER dell’Università di Nizza.
In particolare, due anni fa ISSIRFA e DITER hanno stipulato una convenzione che ha per oggetto proprio l’analisi scientifica della cooperazione transfrontaliera tra l’Italia e la Francia. E, su questa base, hanno organizzato congiuntamente numerosi incontri, seminari e convegni, coinvolgendo non solo autorevoli studiosi italiani e francesi, ma anche amministratori pubblici, esperti e operatori degli strumenti di interrelazione e coesione territoriale. Possono ricordarsi, ad esempio, il convegno organizzato da ISSIRFA a Roma nel novembre del 2022, e la partecipazione di ISSIRFA ad importanti momenti istituzionali di collaborazione italo-francese, come l’incontro di ottobre 2022 svoltosi ad Imperia in relazione al programma Interreg Alcotra. In tal modo è stata anche intensificata la collaborazione tra le istituzioni italiane e quelle francesi – a livello statale, regionale e locale – su una questione cruciale per il perseguimento di interessi comuni.
Come noto, il Trattato del Quirinale, nel frattempo entrato in vigore, dedica un punto specifico al consolidamento e allo sviluppo della cooperazione transfrontaliera (cfr. art. 10) a favore delle popolazioni che sono storicamente collegate – come è detto nelle premesse del Trattato – da una “comunità di destini”. Tra l’altro, si riconosce “il ruolo fondamentale delle collettività territoriali italiana e francese e degli altri attori locali per rinsaldare i vincoli di amicizia tra i due popoli e sviluppare progetti comuni”.
L’attuazione di questo ambizioso obiettivo richiede uno sforzo collettivo, e soprattutto una nuova consapevolezza. La frontiera franco-italiana, infatti, non dovrà essere più considerata come il limite geografico dei poteri sovrani dei due Stati, ma potrà diventare il punto di partenza per stabilire una collaborazione sempre più intensa e fruttuosa in una fascia territoriale che è definita nel Trattato in un modo assai innovativo e originale, ossia come “bacino di vita transfrontaliera”.
In questo ambito territoriale di nuovo conio – e che dovrà essere più precisamente circoscritto nella fase attuativa del Trattato – i cittadini dei due Stati potranno non soltanto usufruire di migliori condizioni di vita, ma anche e soprattutto esercitare, in modo tendenzialmente paritario, i diritti di cittadinanza in particolare nell’ambito sociale ed economico. Così potendo fruire di beni e servizi pubblici che saranno offerti loro con modalità concertate – e pertanto sostanzialmente omogenee – dalle pubbliche autorità dei due ordinamenti, in specie da quelle del decentramento istituzionale.
Si pensi, ad esempio, alle tante potenzialità della cooperazione transfrontaliera che sono riconducibili alla predisposizione di più efficienti infrastrutture di collegamento, alla corretta gestione delle risorse di interesse comune, all’accrescimento delle opportunità di lavoro e degli scambi tra le popolazioni, all’arricchimento reciproco dei percorsi di istruzione, all’intensificazione delle comunicazioni e della digitalizzazione dei rapporti. Esigenze che, evidentemente, non possono essere affrontate da un solo versante del confine, ma che richiedono una stretta collaborazione sia negli intenti che nell’apprestamento delle soluzioni. E soprattutto richiedono di valorizzare l’apporto decisivo delle istituzioni che rappresentano le collettività territoriali.
Dal punto di vista della Costituzione italiana, questo significherà ispirarsi anche al principio posto nell’articolo 11 della Costituzione, in base al quale l’Italia, in condizione di parità con gli altri Stati, accetta quelle “limitazioni della sovranità” che sono “necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”. E’ un principio che ha consentito all’Italia di aprirsi alla comunità internazionale e poi al processo di integrazione europeo. Ispirarsi a questo principio anche nella predisposizione di un innovativo “ordinamento transfrontaliero”, sempre introdotto in via pattizia, implica un atteggiamento di reciproca fiducia tra i due Stati, l’Italia e la Francia, e l’eguale compartecipazione nelle modalità di realizzazione degli obiettivi del Trattato. Senza vera parità di condizioni, è evidente, qualunque strumento di cooperazione sarà visto con sospetto dalle stesse popolazioni direttamente coinvolte, e finirà per alimentare ulteriori risentimenti e controversie.
Con questo primo Simposio si è dimostrato che, sia nel mondo universitario e della ricerca, sia tra le istituzioni nazionali, regionali e locali, esiste quel clima positivo di reciproca fiducia che consente di avviare in modo collaborativo il futuro della cooperazione transfrontaliera italo-francese.
Il processo di attuazione del Trattato del Quirinale nella parte relativa alla cooperazione transfrontaliera richiederà l’elaborazione di soluzioni innovative per il superamento dei non pochi ostacoli di ordine giuridico, amministrativo e organizzativo che, su entrambi i versanti, impediscono lo sviluppo coordinato nell’interesse comune delle popolazioni che si trovano nel “bacino di vita transfrontaliera”, una nozione del tutto nuova per il nostro ordinamento e che richiederà un apposito approfondimento anche di ordine scientifico.
Per fare tutto ciò occorrerà senz’altro il sostegno fattivo delle istituzioni pubbliche di entrambi gli Stati in senso coerente con il principio di sussidiarietà che, a ben vedere, è il vero motore della cooperazione transfrontaliera. In definitiva, è necessario che questo processo sia effettivamente e concretamente promosso, agevolato e favorito, mettendo a disposizione le risorse necessarie per consentire di fornire gli strumenti indispensabili per individuare, in modo congiunto e condiviso, le risposte che servono per affrontare i tanti problemi che sono sul tappeto. A partire dalla necessità, ad esempio, di avere reciproca e piena conoscenza sulle rispettive discipline – e delle relative prassi – che concernono la distribuzione delle competenze, il funzionamento e l’organizzazione delle pubbliche amministrazioni. Senza un’approfondita e reciproca conoscenza “comparata” non sarà possibile giungere alla prospettazione di soluzioni davvero ben costruite per assicurare alla cooperazione italo-francese la possibilità di apportare quei benefici che le popolazioni da lungo tempo attendono mediante l’attivazione di politiche pubbliche – bilaterali, cioè tra i due Stati, e multilaterali in relazione alla molteplicità delle istituzioni territoriali competenti – ben concertate per il perseguimento degli interessi comuni.
Alcune importanti novità, infine, sono state annunciate nel Simposio di Mentone. In particolare, l’Ambasciatore Andrea Cavallari (Coordinatore per la cooperazione transfrontaliera con la Francia)
ha reso noto che è in via di perfezionamento un accordo attuativo del Trattato per la definizione della composizione e delle modalità di funzionamento del “Comitato transfrontaliero”, l’organismo che sarà cruciale per l’attuazione di questo aspetto del Trattato, e nel quale, come previsto dal Trattato stesso, saranno presenti “rappresentanti delle autorità locali, delle collettività frontaliere e degli organismi di cooperazione frontaliera, dei parlamentari e delle amministrazioni centrali”. Tra fine settembre e inizio ottobre sarà presentata a Torino la costituzione ufficiale del Comitato, che, come precisato dall’Ambasciatore francese Philippe Voiry (Ambasciatore per le commissioni intergovernamentali, la cooperazione e le questioni frontaliere), inizierà ad operare a partire dalla questioni più urgenti.
Infine, il Sindaco di Imperia, Claudio Scajola, ha reso noto un messaggio ricevuto dal Sindaco di Nizza, Christian Estrosi, circa la possibilità di costituire un tavolo di lavoro e di concertazione in cui coinvolgere le istituzioni territoriali della zona transfrontaliera per verificare la prospettiva della costituzione di una nuova Euroregione. E a tal proposito il Sindaco di Imperia ha annunciato lo svolgimento di un apposito incontro che si intende organizzare per il prossimo settembre. Un’ulteriore e importante testimonianza della direzione che si sta concretamente intraprendendo per rafforzare i rapporti di collaborazione istituzionale tra le collettività e le autonomie territoriali italo-francesi.