ISTITUTO DI STUDI SUI SISTEMI REGIONALI FEDERALI E SULLE AUTONOMIE
  
”Massimo Severo Giannini”

La nascita e l’evoluzione del Fondo Sociale Europeo e le sue attuali prospettive

Paolo Colasante (2020 – Rivista giuridica del Mezzogiorno Bologna)
L’articolo propone una ricostruzione del ruolo svolto dal Fondo Sociale Europeo sin dalle sue origini, che risalgono fino al Trattato istitutivo della Comunità Economica Europea e che perciò costituisce il primo Fondo strutturale dell’ordinamento comunitario, a cui negli anni si sono affiancati gli altri. La funzione iniziale della missione del Fondo Sociale Europeo era ben diversa da quella maturata nel corso del successivo processo di integrazione europea, riflettendo l’idea neo-liberista dei redattori del Trattato che il sostegno alle libertà di circolazione avrebbe di per sé garantito un alto livello di occupazione e un elevato tenore di vita. Tuttavia, l’ordinamento europeo ha dovuto presto prendere atto che, anzi, le migrazioni intra-comunitarie dei lavoratori, attratti da migliori condizioni salariali o di mercato, avrebbero impoverito ulteriormente le aree svantaggiate della Comunità. Preso atto di ciò, le varie riforme del Fondo Sociale Europeo si sono sempre di più intersecate con gli obiettivi di politica regionale, la quale ha segnato una svolta decisiva nel 1975 con l’istituzione del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Da questo punto di vista, la riforma del 1988 ha costituito un passaggio fondamentale nell’evoluzione dei Fondi strutturali, ivi incluso il FSE, perché il coordinamento fra di essi (e con gli altri strumenti finanziari esistenti) ha cominciato a essere concepito in modo sistematico in termini di programmazione pluriennale, sulla base di una graduatoria di obiettivi verso cui far convergere le azioni dei diversi Fondi strutturali e secondo il metodo del partenariato fra Comunità e Stati membri. Da un periodo di programmazione all’altro, l’ordinamento europeo ha regolarmente riadattato il coordinamento fra i Fondi strutturali e i relativi obiettivi, assicurando una costante attenzione verso gli strumenti di realizzazione della politica sociale e di coesione, con particolare riferimento alle Regioni più svantaggiate. Giunti ora alla fine del periodo di programmazione 2014-2020, l’articolo si propone infine di esaminare l’efficacia delle azioni intraprese nel corso di questo ciclo e di tenere in considerazione le proposte di riforma che assisteranno il prossimo periodo di programmazione 2021-2027.